Il principe azzurro nel bosco, Capitolo III | Bosco.

Camminavo nel bosco rimuginando al giorno prima,molte volte inciampando nelle radici degli alberi per la testa tra le nuvole.
Il bosco mi aveva sempre attirata fin da bambina,era così misterioso e pacifico...mi rilassava.
E sopratutto,potevo cantare.
Cantare a squarciagola e lo facevo,lo facevo sempre. Tanto nessuno veniva lì.
- Your a good solider,
choosing your battels
pick yourself up,
dust yourself off
and get back in the saddle
you're in the front line,
everyone's watching
you know it's serious,
we are gettin closer
this isn't over
th preassure is on,
you feel it
but you got it all,
belive it
when you fall get up, oh oh
if you fall get up,eh eh
tsamina mina zangalewa,
cause...
Ma mi fermai quando udiii il suono di una chitarra. Chiunque la stesse suonando ero molto bravo e mi incuriosii sapere che qualcuno era nel mio "posticino segreto,così mi avvicinai per vedere chi era e un sorriso mi si stampò in faccia.
Mario.

Gli sorrisi gentilmente,avvicinandomi al tronco su cui era seduto,quando ne notai un secondo un po' più basso; mi ci sedetti e risposi.
- Vengo molto spesso qua,da sempre.Tu,piuttosto? Questo posto è stato sempre molto deserto...non mi aspettavo proprio di vederti qui. Molto bravo,comunque!
dissi,indicando la chitarra.

Scossi la testa,come segno di protesta.
- Zitto e non fare il modesto,che sei bravissimo.
Presi il libro che aveva tra le gambe e guardai un po' l'arrangiamento,cercando di decifrare la musica. Mi alzai e andai ad una roccia lì vicino. La spostai un po' a fatica,tirandone fuori una chitarra in custodia. La mia.
Cominciai a strimpellare un po' canticchiando le note,e modificando nel frattempo il testo sul quaderno,creandone uno completamente nuovo più moderno.
- Prova così.
Gli proposi con un sorriso.

Lui suonava alla chitarra,io cantavo il testo.
Era davvero divertente,la canzone era bella ed eravamo in sintonia. Si rideva,scherzava e il tutto mentre si cantava,creando un'atmosfera splendida. Poi Però s'interruppe; lo guardai interrogativamente,stava andando tutto così bene!
Quando si avvicinò,e le nostre labbra si sfiorarono,ebbi un sussulto,come un brivido di piacere che mi percorse la schiena e per un primissimo istante ricambiai il bacio,ma poi tornai in me,rendendomi conto della situazione.
Gli tirai una manata subito dopo averlo staccato da me e alzandomi,gridai furiosa e frastornata:
- Ma che diavolo fai?? Tu..! Perchè...? Come...? Arrrgh!
Mi voltai,per cercare di contenermi,ma sopratutto per non far vedere la sorpresa sul mio volto.

Lui si alzò per andare via,dicendo che non poteva e che era già fidanzato.
A quelle parole sentii un tuffo al cuore,come se mi avessero dato un pugno proprio sul petto. Mi rigirai per guardarlo andare via,ma era già sparito.
E aveva lasciato il suo libro sul tronco.
Lo presi,scoprendo che sopra c'erano il cognome, l'indirizzo e il numero telefonico. Guardai un'altra volta il bosco nel quale era spaito,strinsi a me il quaderno e tornai da dove ero venuta. Gli avrei riportato il quaderno quando l'avrei incontrato uno di quei giorni al bar.

Il giorno dopo,tornai al bar come avevo prestabilito.
Andai al bancone e chiesi ad un ragazzo qualsiasi se c'era Mario.
- No,mi dispiace. Si è licenziato ieri.-fu la risposta.
Sbarrai gli occhi per la sorpresa e per lo sconcerto,ma che succedeva??? Non era possibile,perchè si era licenziato??
"Oh,no ti prego...fa che non sia a causa mia...",pensai ma me ne pentii subito. Come potevo essere talmente egocentrica da pensare che fossi prorpio io la causa del suo licenziamento?? Molto più probabilmente aveva trovato un lavoro che poteva fare insieme alla sua ragazza. Ringraziai gentilmente il ragazzo,ma dentro avevo una tempesta. Una tempesta di tristezza e di rabbia miste a delusione e rassegnazione. Tirai un lieve sospiro ed uscii dal locale,dirigendomi direttamente a casa sua. Non ero mai stata in quella via,perciò dovetti chiedere molte indicazioni,ma alla fine riuscii ad arrivarci. Suonai il campanella,in attesa di risposta.
"Ti prego,fa che sia in casa,ti prego..."

Mi aprì una giovane donna,sulla quarantina che mi accolse gentilmente con un sorriso. Le chiesi se c'era Mario in casa,ma lei rispose che era andato nel bosco a meditare. Ringraziai la signora e la salutai con un sorriso- Arrivederci!
Credevo di sapere dove trovarlo.
Mi addentrai nel bosco,come sempre calmo e tranquillo. Tornai nel punto in cui ci eravamo visti ieri,e ad ogni passo che mi avvicinavo sentivo il mio cuore battere più forte.
Non ci sono modi per descrivere la mia delusione quando scoprii che lì non c'era nessuno. Non sapevo dove poteva essere,certo: conoscevo il bosco come le mie tasche,ma non sapevo dove avrebbe potuto nascondersi lui.
Sospirai,rassegnata e mi misi a sedere cantando qualche canzoncina che trovai sul libro.
-I see trees of green, red roses too
I see them bloom for me and you
And I think to myself, what a wonderful world
I see skies of blue and clouds of white
The bright blessed day, the dark sacred night
And I think to myself, what a wonderful world...
Mi fermai,improvvisamente. Sentii un ringhio grutturale provenire da lì vicino,vicinissimo. Sollevai la testa,indirizzando lo sguardo agli alberi e vidi un'ombra. Un orso. Cacciai un urlo,così forte che di sicuro tutti nel raggio di due kilometri mi sentirono.